Storia

LA NOSTRA STORIA

La storia della nuova Pallacanestro Roseto è (ancora) “breve ma intensa”.  La governance della società, il “Consorzio Le Quote”, ha nel nome un rimando importante alla storia, ed è proiettato per la prima volta in assoluto in una gestione 2.0 di una società sportiva, attraverso la costituzione di un Consorzio avente come mission principale la sostenibilità.

A un anno dalla nascita, il marchio Pallacanestro Roseto è diventato ormai conosciuto e riconoscibile, grazie anche all’importante lavoro di gestione delle relazioni fatto dalla società e che, con la prospettiva di una graduale riapertura, continuerà a lavorare per diventare un brand.

Nella stagione 2020/2021 la Pallacanestro Roseto, al suo primo anno di vita, arriva fino alla finale per accedere in A2 contro Nardò: i pugliesi hanno la meglio nella decisiva Gara 5, chiudendo la serie 3-2 a scapito dei Biancazzurri.

Nella stagione successiva la Liofilchem si aggiudica a marzo del 2022 la Coppa Italia di serie B in finale contro la UEB Gesteco Cividale al PalaMaggetti ed arriva prima nel girone C, centrando un’altra finale contro Rimini, dopo aver superato la Cestistica Torrenovese ed Ancona. Ancora una volta, però, sono gli avversari ad avere la meglio. Rimini vince la serie 3-1 e stacca il pass per l’A2.

Nella terza stagione, quella del 2022/2023, i Biancazzurri si posizionano al secondo posto nel girone D alle spalle della Luiss Roma. Nei playoff però arriva lo stop al primo turno, contro la Ristopro Fabriano.

Una città ricca di tradizione

Il basket è una passione nel DNA di ogni donna e ogni uomo rosetano, e che il visitatore può respirare e toccare con mano recandosi nella centralissima Arena 4 Palme, autentico “tempio” in cui in una calda sera di Luglio del 1976 la Nazionale Italiana superò per la prima volta nella storia la corazzata dell’Unione Sovietica, in una partita trasmessa in diretta dalla Rai in prima serata.

Questo e tanto altro ancora è il basket a Roseto.

Parlando di Roseto degli Abruzzi il rischio che si corre è di esagerare, come ad esempio il nickname “Ros Angeles”, coniato dai visitatori, che la accostavano alla metropoli californiana per via del Lungomare fiancheggiato da palme altissime, e da una favorevole collocazione geografica.

Vale la pena quindi di “rischiare” di visitare questa città di quasi 27000 abitanti con 161 anni di storia, per tante buone ragioni, che partono dalle sue spiagge (da anni si fregia del marchio di eccellenza ambientale “Bandiera blu”) e proseguono con le colline baciate dal sole, in cui si producono vitigni di eccellenza come i più conosciuti Montepulciano d’Abruzzo e il Trebbiano.

Senza dimenticare l’arte, con le opere del pittore Raffaele Celommi, del mosaicista Bruno Zenobio e, ovviamente, il basket, che a Roseto esiste da 100 anni.  La FIBA (l’organizzazione mondiale del basket) la indicò come sede per ospitare l’Università del Basket.